Nuovi importi pensioni del 2024: dalle minime a quelle di invalidità

Pensioni Minime

Le pensioni minime nel 2024 hanno registrato un aumento a partire dal 1° gennaio. L’importo del trattamento minimo di pensione a dicembre 2023, per effetto del conguaglio della rivalutazione, è salito a 567,94 euro, ovvero 7.383,22 euro annui. A gennaio 2024, grazie alla nuova rivalutazione, l’importo è salito a 598,61 euro, ovvero 7.781,93 euro annui. Tuttavia, questo importo è merito di una percentuale di rivalutazione del 5,4%, inferiore a quella definitiva del 5,7%. Di conseguenza, il valore della pensione minima salirà a 600,31 euro, ovvero 7.804,06 euro l’anno.

Pensioni di Invalidità

Per le pensioni di invalidità, nel 2024, il limite reddituale annuo per avere diritto alla prestazione di invalidità per invalidi totali è fissato a 19.461,12 euro. Oltre questa soglia, anche se in possesso del requisito sanitario richiesto, non si avrà diritto alla pensione di invalidità nel 2024.

Rivalutazione delle Pensioni

La rivalutazione delle pensioni nel 2024 è stata calcolata sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023. L’aumento, che verrà riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023. Per il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon si tratta di “un segnale importante per aiutare concretamente i pensionati più in difficoltà e scongiurare la perdita di potere d’acquisto degli assegni”.

In conclusione, il 2024 ha portato importanti cambiamenti agli importi delle pensioni, sia minime che di invalidità. Questi cambiamenti riflettono gli sforzi continui per garantire che i pensionati in Italia ricevano un trattamento equo e adeguato. Personalmente, aggiungo che si potrebbe e si dovrebbe fare di più per le pensioni e gli stipendi più bassi. Il tasso d’inflazione preso a riferimento (dati Istat) per la perequazione delle pensioni, infatti, non è reale, nel senso che i redditi più bassi pagano un’inflazione molto più alta.

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