Lunedì 16 sul tavolo del CDM il decreto taglia-tasse

Si chiamerà decreto taglia-tasse ma in realtà le tasse le taglia solo a chi guadagna più di 28mila euro l’anno e cioè a politici, magistrati, ministri, Capo di Governo e Capo di Stato. Neanche un euro a quelli sfortunati che hanno un reddito fino a 15mila euro l’anno.

Nel consiglio dei ministri che lunedì 16 ottobre sarà convocato per esaminare il progetto di bilancio da inviare a Bruxelles insieme ai primi schemi della manovra, ci sarà anche un decreto dall’etichetta discutibile di “taglia-tasse”, diviso in due filoni per dedicarsi sia alle persone fisiche sia alle imprese.

La riforma dell’Irpef

Per quanto riguarda le tasse sul reddito delle persone fisiche per il 2024, e solo per il 2024, il Governo ha pensato di iniziare la cosiddetta riforma dell’Irpef con l’accorpamento del primo e secondo scaglione dell’Irpef in un unico scaglione tassato al 23%.

Cosa cambia per questi due scaglioni di reddito?

Per il primo scaglione di redditi, quello che arriva fino a 15.000 euro l’anno non cambia assolutamente nulla perchè pensionati e lavoratori che non guadagnano più di questa cifra continueranno a vedersi tassati la pensione o lo stipendio sempre al 23%. Per quanto riguarda quelle persone che rientrano nel secondo scaglione, redditi fino a 28.000 euro l’anno, si vedranno tassare la parte di reddito che va oltre i 15.000 ma che non supera i 28.000 euro al 23% invece che all’attuale 25%.

Facendo un esempio, chi ha un reddito di 16.000 euro vedrà un risparmio del 2% su 1.000 euro cioè 20 euro l’anno ossìa meno di 2 euro al mese, solo chi guadagna 28.000 euro avrà un risprmio del 2% su 13.000 euro cioè 260 euro l’anno ossìa 20 euro al mese. Stiamo parlando comunque di cifre che sanno di elemosina (altro che taglio tasse) ma la cosa più importante da segnalare è che chi guadagna oltre 28.000 euro l’anno guadagneranno tutti il massimo di questa mini riforma Irpef e cioè 260 euro l’anno perchè si vedranno tassata la parte del loro reddito che va dai 13mila ai 28mila al 23% anzichè al 25%.

Complimenti, mi verrebbe da dire “pensano sempre a loro”, eppure si vantano di pensare ai redditi bassi perchè non ci sono risorse. Avete capito dove vanno quei pochi soldi che ci sono? Ai redditi sopra i 28mila euro e alle imprese con tagli all’Ires, ai straordinari, ai premi, ai contributi ecc. ecc.

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